Il cambiamento climatico che stiamo vivendo negli ultimi vent’anni ha portato con sé un incremento di episodi drammatici e violenti quali innondazioni e frane che hanno come impatto immediato la distruzione di strade e ponti di territori costieri e di montagna. Diventa quindi di vitale importanza per la protezione civile, i corpi militari e paramilitari come i vigili del fuoco o i soccoritori in generale, dotarsi di tecnologie in grado di sopperire alla mancanza di una strada o di un ponte, per raggiungere in brevissimo tempo, luoghi rimasti isolati.
E’ in questo contesto che la tecnologia Tensairity trova la sua migliore applicazione. La tecnologia Tensairity permette infatti la costruzione di travi portanti estremamente leggere se paragonate a travi di uguali dimensioni e con la stessa portata. Inoltre, grazie al contributo dell’aria, le travi portanti del ponte possono essere sgonfiate ed occupare un ridotto volume, cruciale proprio nelle fasi di stoccaggio e trasporto in casi di emegenza.
La ricerca riguardo ponti temporanei e militari grazie al Tensiairty è un nostro obbiettivo da diversi anni e parte dagli studi degli inventori del brevetto che da sempre hanno considerato questa applicazione come una delle più promettenti.
Da circa 3 anni, in particolare, la nostra consociata PSTech, con sede a Barcellona, ha dedicato un team di ricercatori per lo sviluppo di un nuovo ponte dedicato al mercato militare e dell’emergenza. In particolare, nel 2019 è stato realizzato l’ultimo prodotto che consiste in un ponte da 16 metri classificato MLC30.
Come mai la tecnologia Tensairity può essere così efficiace? Il segreto è nel sistema con cui vengono trasferiti i carichi in una tradizionae trave reticolare. Infatti, nelle travi reticolari sono il corrente superiore ed inferiore che portano il carico attraverso sforzi di compressione (nel corrente superiore) e trazione (in quello inferiore). Le traverse diagonali, che collegano i due correnti, hanno il solo compito di mantenere questi elmenti in posizione ed evitarne lo sbandamento. Queste elementi, però hanno in peso importante (circa il 50% del totale) che limita l’efficienza della trave nel suo complesso.
Nel caso delle travi Tensairity, invece, i correnti superiori ed inferiori sono liberi di assorbire gli sforzi di trazione e compressione mentre la camera d’aria funge da molla con il compito di ridurre a 0 la lunghezza libera di inflessione degli elementi compressi, alzando di molto la resistenza ultima della trave stessa. Nel caso particolare dell’applicazione per ponti, essendo il carico unidirazionale (dall’alto), il corrente inferiore, che deve sempre per definizione resistere solo a trazione, è realizzato con un trafolo in acciaio, alleggerimento così ulteriormente il sistema.
Paragonando il sistema così composto ad un ponte temporaneo attualmente in commercio, il paragone è drasticamente a favore della tecnologia Tensairity, come illustrato dalla tabellina qui sopra.
I tempi di montaggio sono drasticamente ridotti: con 12 persone, in meno di 4 ore, il ponte può essere varato ed è pronto all’uso.
Di seguito alcune immagini che mostrano uno dei montaggio di prova realizzato con l’aiuto dei militari spagnoli a Barcellona e con la conseguente prova di carico, brillantemente superata!
Vedendo quest immagini e questi dati, sorge spontane la domanda: “come mai questa tecnologia non largamente diffusa, in particolare per applicazioni d’emergnza?”
La ragione principale, al momento, riguarda uno scoglio normativo in quanto, in Italia (ma in Europa in generale) non è approvata la costruzione di ponti con materiali strutturali che non siano quelli tradizionali (acciaio, calcestruzzo, legno). Anche se agli addetti ai lavori può sembrare molto strano, la normativa infatti non solo indica quali sono le forze a cui un ponte deve resistere ma impone anche una serie di materiali considerati adatti a questo tipo di costruzione. Anche se fosse possibile ottenere gli stessi risultati con materiali diversi, fino a deroga ottenuta, la struttura non è a norma e non può essere installata.
E’ evidente come un sistema di questo tipo sia assolutamente statico e restio ad ogni tipo di innovazione. Nel caso dei ponti Tensairity, in cui la struttura realizzata prevalentemente in alluminio e gran parte del contributo strutturale che deriva dalla membrana gonfiata ad aria (si può dire che sia l’aria uno dei principali materiali da costruzione nei sistemi Tensairity) è necessario ottenere una deroga alla normativa, convincendo gli organi competenti della bontà dell’innivazione. Gli organi preposti ad approvare o meno queste deroghe (genio civile, ministero delle infrastrutture e dei trasporti) non sono così ricettivi come dovrebbero essere e non sono parte attiva nella ricerca di innovazioni di settore. Parallelamente si attende anche l’approvazione dell’eurocodice sulle tensostrutture e strutture penaumatiche che dovrebbe aprire la strada alla tecnologia tessile in ambito architettonico e strutturale.
Al momento invece capita che la tecologia per salvare vite umane sia a disposizione e ci siano le conoscenze per innovare profondamente il mondo delle costruzioni emergenziali ma, in caso di emergenza, si è costretti ad aspettare settimane prima che sia riparato un ponte che poteva essere messo in sicurezza in poche ore con una tecnologia economica, affidabile e alla portata di tutti.